Staccarsi dall’Oltrarno di San Frediano e Santo Spirito verso il maestoso passaggio sotto le arcate possenti della Porta Romana significa lasciare i rumori e i disagi del vivere cittadino per i rigeneranti silenzi della campagna. Sì, perché a Firenze, appena fuori della città murata, si può ancora essere e sentirsi come già nel Contado.

Infatti, se invece di imboccare l’ottocentesco viale dei Colli, spesso rumoroso e caotico, prendiamo la via Senese – l’antica consolare Cassia che porta al Galluzzo e alla Certosa, troviamo, subito a destra, la ripida ma incantevole via delle Campora, un antico percorso della via Romea che congiungeva Firenze con Roma . Una stradicciola di campagna che sale e scende lungo la cresta delle colline: una viuzza torta, sassosa, chiusa tra due muri… come la descrive il Ridolfi e anche il Papini – con singolare esuberanza di aggettivi – che gliela fanno sentire cara… solitaria, deserta, tranquilla, quieta, silenziosa, pulita, familiare, cordiale, quasi intima, odorosa di verdura nuova, con qualcosa d’onesto e d’antico, di vita riposata e senza mutamento.

La via delle Campora è una strada di crinale che si snoda tra ville nobiliari e giardini nascosti o appena intuibili dietro muretti e ringhiere, scandita da edicole e tabernacoli sacri. Un sali scendi piacevole sino all’incrocio con la via di Santa Maria a Marignolle e fino alla omonima e splendida villa Medicea dove i nobili fiorentini venivano a giocare a Pallacorda. Erano i tempi (1582) in cui Michel de Montagne nel suo “Viaggio in Italia” così annotava : “I campi e le colline sembrano giardini” riferendosi alle colline fiorentine, simbiosi perfetta tra architettura e paesaggio, percorse dalle strette strade murate come la via delle Campora.

Ma la strada prosegue anche oltre, fino al Galluzzo, dove si può scoprire che Firenze, pur non essendo il Giappone, ha in luoghi come questo tanti ciliegi bianchi. Siamo già in campagna. Una campagna oggi notevolmente antropizzata ma ancora piena di un fascino antico, forte e seducente come si avverte in questi primi scampoli delle terre del Chianti che, oltre i poggi, si possono intravedere.

In questa posizione geografica, decisamente strategica, la Villa Strozzi Machiavelli – che ospita la Residenza d’Epoca Torre dei Lari – è attigua alla celebratissima piazzetta di Bellosguardo che offre l’insolito, magico diorama di tutti i monumenti fiorentini, e si trova a meno di un kilometro dal centro storico della città. Le mura trecentesche di Firenze – porta di accesso al Centro Storico facente parte patrimonio Unesco – si trovano a 700 metri (0,43 miles) dalla Residenza, mentre il Ponte Vecchio è a 1,85 km (1,15 miles). La Residenza d’Epoca Torre dei Lari è sulla direttrice principale dalla città verso il contado del Chianti e della Val d’Orcia, e per i borghi e le città di San Gimignano, Siena e Pienza.